Il racconto di un viaggio con “Il sole dentro”
Ad Ascea, una delle perle del Cilento in Campania, la tappa di Casa Sanremo OFF si è trasformata in un evento carico di emozioni. L’incantevole location scelta è stata l’Eleamare Resort, con lo sfondo di un tramonto dai mille toni del rosso. L’ospite d’onore era Albano Carrisi, in arte Al Bano, che con il suo nuovo libro Il sole dentro ha aperto uno scrigno di memorie e riflessioni profonde. Il pubblico lo ha accolto come un monumento vivente della musica italiana, eppure davanti agli sguardi dei presenti non è apparso come un’icona distante, ma come un uomo con lo sguardo vivo, diretto, e l’energia intatta di chi ha ancora molto da raccontare. A chiacchierare con lui, il giornalista e scrittore Pino Aprile e la giornalista Grazia Serra.
Fin dall’inizio, le sue parole hanno riportato tutti alle origini: ai genitori, figure centrali della sua vita. I presenti, attenti ed interessati, hanno ascoltato il ricordo di quell’infanzia segnata dalla guerra e dal ritorno del padre quando lui aveva solo due anni. “All’inizio lo respingevo, sembrava un estraneo – ha confidato – poi siamo diventati inseparabili. La guerra distrugge, ma l’amore tra i miei genitori è stato la mia bussola per tutta la vita.”
Il racconto si è spostato al 5 maggio 1961, giorno della partenza da Cellino San Marco verso Milano. Le sue parole hanno restituito la tensione e la speranza di un ragazzo che affrontava l’ignoto: “Non ho chiuso occhio durante il viaggio. Era come frequentare l’università della vita. Ho promesso a mio padre che un giorno avrei aperto una cantina con il suo nome. E l’ho fatto.”
L’atmosfera si è fatta intensa quando ha parlato della fede, non come un rito imposto, ma come un cammino maturato nel dolore. Tra il pubblico si è percepito un silenzio profondo mentre Al Bano rivelava i momenti più bui: “Avevo pensato perfino di farla finita. Poi mi sono guardato allo specchio e ho detto: i miei figli meritano un padre vivo. Da lì è rinata la forza.”
Il Sole dentro non trascura gli incontri che hanno lasciato un segno nella sua anima: San Pio, Santa Teresa di Calcutta, San Giovanni Paolo II. Ogni nome evocava immagini potenti. “Madre Teresa mi ricordava mia madre, piccolina ma forte come un ulivo. Il Papa, con quello sguardo che ti penetrava dentro, ti lasciava senza fiato.”
Eppure, dietro la leggenda del cantante capace di toccare note impossibili, resta sempre il ragazzo di Cellino San Marco. Con orgoglio ha ribadito: “Io resto un contadino.” Una frase che ha strappato sorrisi e applausi, perché nella sua identità convivono l’amore per la terra, il vino, l’ospitalità e la musica popolare, insieme a Nel sole, il brano che nel 1967 lo proiettò nel successo mondiale.
Il pubblico ha salutato le sue parole finali come una dichiarazione di resilienza, una filosofia di vita che non ha perso forza nel tempo: “La vita ti dà e ti toglie, ma bisogna essere forti. E io oggi mi sento più forte di prima.”
È così che Casa Sanremo OFF ad Ascea ha consegnato ai presenti non solo un incontro con un artista, ma la testimonianza di un uomo che ha attraversato la gloria e il dolore senza smarrire mai la sua Voce.